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NUMERO 215 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2013
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NORME E TRIBUTI
FILIPPO CARLIN
Ordine di Rovigo
IL COMMERCIALISTA VENETO
Associazioni sportive,
un patto con il fisco?
I
L MONDO DELL’ASSOCIAZIONISMO spor-
tivo, dilettantistico ed amatoriale, è in crisi! Una
crisi profonda e capillare che, con ogni probabilità,
avrà inevitabili ripercussioni di natura sociale, minan-
do il futuro di molte giovani generazioni. Alla base di
tale profonda crisi vi sono, a mio parere, sostanzial-
mente due elementi.
Da una parte, il difficile e pesante momento economi-
co e finanziario che tutti stiamo vivendo. Lo sport si è
sempre retto sulle elargizioni, fossero contributi,
sponsorizzazioni o pubblicità di privati cittadini, di
imprese commerciali o di enti pubblici. Però, in questo
momento congiunturale, è un sistema che non ha più
speranze di sostenersi.
Le famiglie hanno diminuito, e di molto, la propria
capacità di spesa e, in alcuni – troppi – casi, il loro
reddito complessivo.
Le imprese che, fino a qualche anno fa, erano mecenati
del movimento sportivo, non riescono più a trovare le
risorse da destinarvi.
Vi è poi da dire che, nel caso dello sport amatoriale, il
ritorno pubblicitario è sempre stato ridotto, e gli im-
prenditori che hanno investito in questo settore lo
hanno spesso fatto per amicizia o perché impegnati in
prima persona nel movimento sportivo, con interven-
ti che spesso si avvicinavano, per modalità, più a quelli
delle famiglie e degli Enti pubblici piuttosto che a quelli
dell’impresa commerciale votata a conseguire il maggior
risultato possibile in relazione alle spese sostenute.
Da ultimo gli Enti pubblici, stretti nella morsa del
Patto di stabilità e del crescente taglio ai trasferimenti
statali, che non riescono a destinare allo sport che le
briciole del proprio bilancio.
Una questione attualissima, dunque, con cui il mondo
dell’associazionismo sportivo sta già facendo i conti.
Dall’altro lato un aspetto, che vede coinvolti in manie-
ra diretta noi commercialisti, è però molto più impor-
tante ed insidioso:
il crescente numero di accerta-
menti fiscali nei confronti delle ASD
.
In un passato, oramai nemmeno tanto recente, le asso-
ciazioni sportive hanno sempre goduto di una sorta di
affrancamento da verifiche e controlli da parte del-
l’Amministrazione Finanziaria.
Una specie di patto, mai scritto e mai censito, che
vede come attori il governo centrale ed il mondo spor-
tivo. Lo Stato italiano, a differenza di quanto avviene
ancor oggi in determinati paesi europei (es. Francia) o
avveniva in un passato sia in Italia che in Europa (es. nel
ventennio fascista o nei paesi dell’ex blocco socialista)
si disinteressa di guidare, sostenere ed incentivare in
maniera diretta la pratica sportiva, delegando ogni inter-
vento al Coni, alle Federazioni sportive nazionali, agli
Enti di promozione e, da ultimo, alle associazioni. In
poche parole lo Stato stesso
“lascia fare…”
.
Ma, cosa significa
“lascia fare”
? Vuol dire che le Isti-
tuzioni dopo aver fatto delle buone leggi (
in primis
la
Legge 398/91), aver previsto tante agevolazioni e po-
che restrizioni, hanno, per un periodo di tempo molto
rilevante,
“evitato”
di effettuare delle verifiche fiscali
puntuali e precise nei confronti delle associazioni.
Di conseguenza, una parte - seppur minima comun-
que numericamente importante - dell’associazionismo
sportivo amatoriale privata dei lacci e laccioli propri
del sistema impresa, si è un pò
“lasciata andare…”
.
Non voglio muovere un
j’accuse
nei confronti delle
associazioni, nè dilungarmi in un trattato sulla gestio-
ne delle ASD, ma troppo spesso tanti dirigenti, forse
per mancanza di tempo, di voglia, di competenza o
forse solo per inesperienza, hanno fatto ancor meno di
quel poco che avrebbero dovuto fare per regolare le
condotte delle ASD che da loro dipendevano.
E, in alcuni casi, qualcuno ha oltremodo approfittato
di questi
“spazi di manovra”
e, soprattutto, qualcu-
no ha trovato la possibilità di piegare e svilire la nor-
mativa a proprio personale piacimento. Tanto tutto
era permesso, controlli non ve ne erano.
I commercialisti poco ed in pochi sono stati interessa-
ti o si sono interessati di seguire questa particolare e
debole (per il fatturato degli studi) branca dell’attività:
le associazioni poco o nulla avevano da spendere in
consulenza e, d’altro canto, i professionisti chiamati
in causa non potevano chiedere grandi cifre per pre-
stazioni intrinsecamente povere. Il nostro apporto –
spesso, non sempre – si è limitato a seguire, magari un
poco superficialmente, l’ASD in cui si era direttamen-
te coinvolti, oppure quella dell’amico.
Le associazioni, da parte loro, in alcuni casi (troppi)
non hanno facilitato le cose, con comportamenti ispi-
rati a criteri di diligenza societaria e fiscale sicuramen-
te non encomiabili.
T
re sono gli aspetti censurabili
e sotto l’oc-
chio del Fisco. Primo aspetto, la
sovrafatturazione
. Un semplice esempio. Se
una ASD fattura 100mila euro di pubblicità ad una srl,
ne deve pagare poco meno di mille di IRES; d’altro
canto, la società risparmia oltre 30mila euro di impo-
ste. È di tutt’evidenza che tra queste cifre (mille euro
e 30 mila) si frappongono molte circostanze e soprat-
tutto molti comportamenti che definirò, per bontà,
furbeschi…ma che potrei senza dubbio identificare
come illeciti.
Secondo aspetto, l’
attività commerciale simulata
.
Com’è noto la 398/91 prevede dei regimi fiscali agevo-
lati alle ASD e, più in generale, che tutte le attività
istituzionali delle associazioni sportive non siano sog-
gette a tassazione; ed ecco un fiorire di circoli e club
(ma anche gestioni di palestre e piscine) il cui ingresso
è
“riservato ai soli associati”
e che tentano di celare
sotto una parvenza associativa attività sicuramente
commerciali. Strutture in cui si devono distinguere dei
titolari e dei clienti, non dei dirigenti sportivi e degli
associati, e in cui si devono pagare veri e propri
corrispettivi per i servizi resi, e non si versano contri-
buti spontanei in favore dell’attività associativa.
Terzo aspetto, gli
sportivi dilettanti “professioni-
sti”
. Un terzo aspetto da non sottovalutare: quanti
atleti, allenatori, istruttori, si nascondono sotto la ve-
ste di
“sportivo dilettante”
, godendo, pertanto, di im-
portanti agevolazioni fiscali e contributive, riservate a
questa particolare categoria? Essere sportivo dilettan-
te significa avere una propria occupazione principale
e dedicarsi all’attività ludica in maniera residuale e
marginale, percependo, del caso, un rimborso spese.
Non significa certamente dedicarsi all’attività sporti-
va a 360 gradi, per tutta la propria giornata, come
unica attività lavorativa, come unica fonte di reddito.
Lo sportivo dilettante è un’altra cosa…
E
allora?
E allora, al fine di salvaguardare la mag-
gioranza delle ASD
“sane”
– che magari si trova-
nonell’impacciodidovercombattereconl’Ammini-
strazione Finanziaria solamente per la mancata trascrizione
di un verbale, per l’errata compilazione del Libro soci, per
aver mancato di registrare una ricevuta – e di mettere un
freno a questo
far west
associativo, ecco una proposta.
Un
“patto con il Fisco”
, un patto tra l’Amministra-
zione Finanziaria e le tante ASD che non si sentono
con la coscienza a posto.
Posto che il patto di non belligeranza – mai scritto e
mai censito – tra Fisco e mondo sportivo che forse
esisteva in passato, ora di certo non esiste più, occorre
mettersi in regola
”, anzi, rispettare le regole!!!
Questo vale per l’oggi ma per il pregresso? Ecco la mia
proposta: quella di trovare un accordo. Lo vogliamo
chiamare
“condono”
?
Bene, chiamiamolo pure condono, tanto è una mano-
vra che interessa tutti e, politicamente, non fa male a
nessuno, tanto le ASD non sono né di destra né di
sinistra, o meglio, sono sia di destra che di sinistra.
E in questo modo possiamo cercare di salvaguardare
un mondo, quello sportivo dilettantistico ed amatoriale,
formato – e mi ripeto – per la stragrande maggioranza
di associazioni
“sane”
, che per non aver tenuto un
verbale o mancato di registrare un contributo, anche
per questi motivi, rischia di scomparire.
La gara di ritorno dell’edizione 2013
dellaAdige
Cup, che vede contendersi il titolo tra le rappre-
sentative dell’Ordine dei Dottori Commercialisti
di Rovigo e di Verona, si è disputata sabato 26
ottobre in terra scaligera.
Nella gara di andata, disputata presso il Circolo
Tennis di Rovigo, si erano imposti i padroni di
casa per 4 a 2. Nei match di ritorno, che hanno
visto confrontarsi le due compagini con soli incon-
tri di doppio, ha avuto la meglio Verona per 4 a 3.
Nel primo match la coppia rodigina Crivellaro/
Andriotto si è imposta di misura contro la coppia
Antonini/Colombo, mentre nel secondo incontro
la coppia Carlotti/Sganzerla di Verona ha vinto
con ampio margine contro la coppia Mazzolaio/
Turrini. Sull’1 a 1 la coppia polesana Caniato/
Turrini ha avuto la meglio contro Santi/Sonato,
mentre le rodigine Magon/Russo hanno dovuto
cedere contro Sebastiano/Cesari.
In parità sul 2 a 2, la fortissima coppia Barbieri/
Busson soccombe a sorpresa contro gli scaligeri
Colombo/Montone, mentre nel sesto match la
coppia di doppio misto rodigina Russo/Malengo
si impone sulla coppia Tognon/Bargioni.
Ancora in parità, decisivo è stato l’incontro fra
Bussinello/Briani contro i rodigini Malengo/
Chinaglia, che ha visto imporsi, dopo un’ora al
cardiopalma, la coppia di Verona. Con questo ul-
timo match la rappresentativa di Verona si è ag-
giudicata l’incontro e la gara di ritorno, portando
per la prima volta la Adige Cup in terra scaligera,
dopo la vittoria di Rovigo nell’edizione 2012.
Il livello di gioco ed il piacevole spettacolo offerti
fanno ben sperare per un altrettanto, se non mag-
giore, successo dell’edizione 2014, con l’idea di
allargare la competizione anche agli Ordini di
Trento e Bolzano.
Adige Cup
Rovigo vs Verona:
vittoria scaligera
Torneo degli Ordini
Professionali “
Città di Trento
”:
vittoria dei Commercialisti
Rientro alla grandissima
! Dopo un anno con
una prestazione non all’altezza (2011) ed una
mancata partecipazione per scarsità di adesioni
(2012), la squadra di calcio dei Commercialisti di
Trento è tornata in campo vincendo per la 5^
volta, su 8 edizioni, il «Torneo degli Ordini Pro-
fessionali “Città di Trento”», organizzato dall’As-
sociazione Sportiva Forense Jus Tridentum.
Il torneo ha visto la partecipazione delle seguenti
squadre:Avvocati,Architetti, Commercialisti, Far-
macisti, Giornalisti, Ingegneri. La finale si è dispu-
tata sabato 19 ottobre 2013 al campo Briamasco di
Trento con il seguente risultato:
Commercialisti – Ingegneri: 1 - 0
(Buglisi 67°)
La squadra che ha preso parte al Torneo per la
categoria Commercialisti era così formata:
Christian Sartori, Antonio Borghetti, Stefano
Tomazzoni,AndreaSartori, SabinoMastrorilli,Tomas
Visintainer, Savorelli Lorenzo, Adriano Mesaroli,
Mauro Zortea, Damiano Ducoli, Massimo Frara,
Armando Frara Christian Gottardi, Mauro Angeli,
Roberto Buglisi, Renato Fanara, Flavio Bertoldi, En-
ricoBettini, Valter Dalsass,Marco Pegoretti, Philippe
Vidalot eAndrea Endrizzi.Allenatori: i dottori Oreste
Detassis e Pasquale Mazza.