NUMERO 222 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2014
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IL COMMERCIALISTA VENETO
PROFESSIONE
FRANCESCA KING
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Avvocato inMilano
Il ruolo dell'esperto finanziario
nella pratica collaborativa
SEGUE A PAGINA 28
L
APRATICACOLLABORATIVA rappre-
senta una nuova metodologia di risolu-
zione delle controversie in risposta al-
l’esigenza di diverso approccio alla ge-
stione dei conflitti, che nasce dalla sfiducia nel
sistema giudiziario lento, carente e spesso ap-
prossimativo nei suoi risultati; dalla necessità di
reperire una procedura veloce a costi ragionevo-
li; dal desiderio delle parti di riappropriarsi della
gestione dei loro rapporti e di risolverli in modo
personalizzato e duraturo, al di fuori degli
schemi standardizzati proposti dal siste-
ma giudiziale troppo lontano dai reali pro-
blemi che alimentano il conflitto; dal biso-
gno sociale di reperire nuove modalità di
trattativa che superino l’ottica della
contrapposizione, da cui spesso derivano
risultati devastanti nei rapporti
interpersonali delle parti con gravi riper-
cussioni sociali.
Tale metodologia trova applicazione
elettiva nell’ambito delle controversie fa-
miliari, poiché questo è un settore nel
quale la conflittualità genera danni che si
ripercuotono non solo sulla coppia, ma
anche e soprattutto sui figli che sono la
generazione del futuro.
La procedura collaborativa muove le pro-
prie basi dal presupposto che sia possibi-
le oltre che opportuno poter affrontare e
risolvere la crisi famigliare dando un vero
aiuto alle parti al fine di recuperare il rispet-
to reciproco individuando soluzioni
costruttive che salvaguardino la
genitorialità ed il rapporto interpersonale;
tutto ciò grazie ad un lavoro di equipe
multidisciplinare che consente di arrivare
alla sottoscrizione di accordi elaborati dal-
le parti in prima persona dopo aver ripristinato il
canale di dialogo e di comprensione reciproca per-
duto dalla nascita del conflitto.
Il Diritto Collaborativo rientra nel più grande ca-
pitolo dei cosiddetti ADR (
alternative dispute
resolution
) ossia dei metodi alternativi di risolu-
zione delle controversie. L’essenza di questi me-
todi sta nell’entrare dentro il conflitto, nell’aprire
la scatola del conflitto, nell’analizzare le cause
insieme, nell’individuare le dinamiche che scate-
nano il litigio, nell‘individuare quali frasi, quali
atteggiamenti nella comunicazione tra le parti at-
tivano lo scontro. Tra i vari metodi di risoluzione
del conflitto familiare c’è la mediazione familiare
che pur basandosi su principi similari non com-
prende le varie figure professionali presenti nella
Pratica collaborativa le quali, in un lavoro di
equipe, inducono le parti a partecipare in modo
attivo alla procedura inducendoli a condividere
ogni scelta sempre più spesso proposta da loro
stessi ed elaborata assieme. I coniugi quindi, non
delegheranno più semplicemente gli avvocati o
un giudice per la definizione del questione, ma
verranno responsabilizzati e resi coscienti che si
sta lavorando per la “loro” famiglia e non per
quella di qualcun altro.
Nellamediazione familiare, così come è stata con-
cepita in Italia, le parti si rivolgono ad un media-
tore, che è soggetto neutrale, senza l’assistenza
diretta dei legali i quali, rimanendo ai margini del-
la procedura, si occupano semplicemente di
formalizzare successivamente gli accordi davan-
ti all’autorità giudiziaria.
L’esclusione del difensore, come pure di un esper-
to finanziario, crea un grosso limite alla mediazio-
ne familiare in quanto l’aspetto economico, se
non correttamente gestito e condiviso, crea enor-
mi problemi tra la coppia in quanto è la mancata
serenità economica il principale motivo di con-
flitto che si riversa poi in tutto il resto; da qui la
necessità di individuare le risorse economiche a
disposizione in modo trasparente, nell’interesse
di tutti. Dunque la figura dell’esperto finanziario
risulta esser fondamentale in quanto permette di
esaminare il quadro completo da un punto di vi-
sta neutrale, aiuta le parti a prendere decisioni
finanziarie consapevoli in base al quadro econo-
mico reale e non immaginario.
I
LMETODOCOLLABORATIVO è finalizza-
to ad aiutare le parti ad affrontare tutti gli
aspetti di tutte le parti coinvolte nella vicen-
da della crisi familiare, ossia quello giuridi-
co, quello psicologico e quello economico, dalla
criticità del quale spesso trae origine e viene prin-
cipalmente alimentata la conflittualità.
In questa procedura ciascuna parte si ritrova al
proprio fianco un avvocato che la sostiene, la
informa e la tutela, ma con un nuovo metodo che
è l’ascolto delle reali esigenze, l’individuazione
dei concreti interessi e l’elaborazione di un dialo-
go costruttivo e non distruttivo, accompagnan-
dola a concentrarsi su di sé, sui propri bisogni e
su quelli dei propri figli, spostando l’attenzione
dalla vendetta, dalla rabbia, dal rancore, dal do-
lore. Entrambi i legali si comporteranno così con i
propri rispettivi clienti suggerendo anche
modificazioni nel linguaggio, adeguamento dei toni
durante gli incontri favorendo dunque l’apertura
del dialogo tra le parti. Il fascino di questa proce-
dura sta nel raggiungere un accordo negoziato,
ragionato e voluto senza che vi sia nessun vinci-
tore e nessun perdente: la sua vera essenza è che
entrambe le parti abbiano vinto.
L’incarico per l’avvio della procedura viene con-
ferito dalle parti ai rispettivi avvocati e agli altri
professionisti attraverso la sottoscrizione di un
contratto che ha lo scopo di tutelare tutte le in-
formazioni che emergono nel corso della proce-
dura vietandone rigorosamente l’uso in altri am-
biti, ancor più in sede giudiziaria, obbligando tutti
i professionisti ad abbandonare l’incarico
qualora l’accordo non si raggiunga. L’in-
carico dunque è limitato alla negoziazione;
ove questa non porti ad un accordo, i le-
gali non potranno più in nessun modo,
neanche indiretto, assistere i clienti in suc-
cessivi contenziosi. La procedura
collaborativa è regolata da un contratto
scritto, “Accordo di partecipazione”, con
il quale le parti espressamente assumono
specifici impegni volti a garantire la tra-
sparenza, la riservatezza, l’esclusione di
minacce di ricorsi all’Autorità Giudiziaria,
la tutela dei figli. La negoziazione è
improntata ai principi di buona fede e tra-
sparenza, le cui eventuali irrimediabili vio-
lazioni sono sanzionate con l’interruzione
del procedimento. Il procedimento è ga-
rantito da riservatezza: tutte le informazio-
ni conosciute durante la procedura non
potranno essere utilizzate in eventuali suc-
cessivi giudizi. Tutti i professionisti coin-
volti si impegnano per iscritto a rispettare
i principi della pratica. Le parti devono es-
sere assistite ognuna con un proprio lega-
le collaborativo a cui si aggiungono gli altri
professionisti (esperto in relazioni famigliari
e comunicazione – esperto finanziario –
esperto in psicologia del bambino) i quali nella
loro qualità di esperti di una specifica problematica
rivestono un ruolo di terzo imparziale e vengono
nominati e retribuiti da entrambe le parti. I vantag-
gi di questa procedura sono profondi, e si posso-
no meglio comprendere considerando anche una
prospettiva a lungo termine sulla vita delle perso-
ne che si trovano ad affrontare conflitti familiari.
In questo quadro si inserisce il ruolo fondamen-
tale dell’esperto finanziario previsto nella pratica
collaborativa come un consulente neutrale che
agisce all’interno della procedura fornendo assi-
stenza alle parti nella raccolta, organizzazione,
classificazione, comprensione ed analisi dei dati
finanziari rilevanti nel caso concreto.
Generalmente gli specialisti finanziari sono esperti
finanziari o commercialisti dotati della formazio-
ne e dell’esperienza necessaria per assistere le
parti nelle specifiche problematiche finanziarie
che emergono nei casi di diritto familiare. Le abi-
lità richieste includono oltre alla formazione in
diritto collaborativo, le competenze finanziarie di
base relative all’individuazione del patrimonio
netto personale ed alla definizione del budget,
competenza in merito alle leggi tributarie in rela-
zione all’imposizione fiscale in materia di
regolamentazioni patrimoniali tra coniugi/convi-
venti, capacità di ascolto e comunicazione, capa-
cità educative, capacità di lavorare in squadra e
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Presidente dell’AIADC (Associazione italiana Professionisti Collaborativi). Hanno collaborato Avv. Rita De Marco del Foro di Bassano del Grappa e Avv. Lucia Fazzina del Foro di Vicenza.