Il Commercialista Veneto n.224 (MAR/APR 2015) - page 35

NUMERO 224 - MARZO / APRILE 2014
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IL COMMERCIALISTA VENETO
L
A
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OCHA
DE
L
EON
Domande, riflessioni , dialoghi
La crisi della Signora di nome
Italia e alcune nostre risposte
N
EL NUMERO 221 DEL CV il collega Paolo Lenarda di Venezia ci aveva raccontato di un
insolito colloquio avuto con una cliente: una bella ed elegante signora, molto preoccupata
per la sua situazione patrimoniale, illustrata da un semplice foglietto.
Dottore questa è la mia situazione. Cosa posso fare? E pensare che i miei soci si sono arricchiti:
hanno un patrimonio superiore ai 140 mila Euro. Come vede, di anno in anno c’è un contributo
dei soci, ma è insufficiente per mantenere la gestione e non so bene come uscire da questa difficoltà
”.
La simpatica allegoria del nostro Paese ha suscitato alcune risposte, che vi proponiamo senza
commenti, in attesa di ulteriori, gradite, “
proposte
”.
Gentile Redazione
,
in effetti la “signora” che si è rivolta al “Commercialista
del Triveneto” per un parere professionale non poteva
scegliere altrimenti: chi meglio di noi “professionisti
dei numeri” può darle una mano a gestire la sua
traballante situazione finanziaria ?
Dovremmo, anzi, chiederci per quale motivo, sino ad
ora, non ci abbia interpellati.
Poco male. Alla fine è
arrivata nel nostro studio
e spetta a noi valutare la
situazione e proporre delle
soluzioni.
Credo che il primo
consiglio che le si debba
dare sia di carattere
“filosofico”: “
Tutti i
problemi si possono
risolvere a condizione di
essere disposti a “cambiar
vita”, comportandosi -in
futuro- in modo più
virtuoso
.
Tanto premesso, dobbiamo
anche assicurarci che la
famiglia della vecchia
signora sia coesa e le sia
vicina, in modo da
sostenerla e rincuorarla nel
duro periodo di degenza
che seguirà l’intervento “a cuore aperto” che occorrerà
praticare. Fuor di metafora, significa che ogni sforzo
risulterà vano se il nostro Paese non approfitterà della
“cura” modificando in profondità il proprio “modo
d’essere” burocratico, inefficiente, “spendaccione”,
irresponsabile, e, in molti casi, perfino illegittimo.
La soluzione che proporrei alla signora necessita
l’esplicitazione di altri “numeri” rispetto a quelli
riportati nel foglietto che ci è stato consegnato.
Anzitutto, dobbiamo capire a quanto ammonta il debito
complessivo accumulato in tanti anni dalla nostra
cliente. Sulla base dei dati Istat aggiornati a fine giugno
2014, tale valore può essere stimato in circa 36.133
euro (2.168 miliardi diviso per 60 milioni).
Ebbene, da ciò ricaviamo che, ogni anno, la signora
paga all’incirca il 4,32 % di interessi.
Non potendo, nell’immediato, vendere a prezzi
convenienti i “gioielli di famiglia” ed abbattere inmodo
consistente il debito accumulato nel passato, occorre
elaborare una strategia di breve termine che consenta
di ridurre il pesante costo degli interessi. In effetti,
limitate variazioni del tasso di finanziamento
determinano consistenti risparmi e immediati
miglioramenti di bilancio.
Un’altra informazione che dobbiamo ottenere dalla
signora riguarda i prestiti che la stessa è costretta ad
accendere ogni anno al fine di estinguere i debiti in
Caro Paolo
,
in riferimento al tuo articolo devi dire alla signora che
se per 60 anni si è mangiata i soldi dei soci in spese
inutili, in compensi faraonici, ecc ecc è colpa sua e
adesso non le aspetta altro che un bel fallimento gestito
in modo intelligente da qualche bravo commercialista,
oppure una cura tremenda:
- Diminuzione almeno del 15% dei contributi fiscali
per non opprimere i soci e rendere poco appetibile il
loro trasferimento all’estero
- Diminuzione delle spese di gestione del 40 % o più
attraverso la riduzione drastica dei compensi e delle
spese inutili. Ad esempio il compenso massimo
potrebbe essere pari al doppio di quello percepito
dall’ operaio dell’industria metalmeccanica al livello
più alto, senza rimborsi.
Si creerebbe così un avanzominimo di 963 che, assieme
ad una progressiva diminuzione degli interessi
porterebbe il debito a zero nel giro di 30 anni (pari alla
durata di un mutuo per una casa)
Per accelerare questa riduzione si potrebbe vendere
subito il 40%dei cespiti cedibili e far fruttare attraverso
contratti di noleggio di breve durata ad altre signore
(ad esempio teutoniche) i cespiti non cedibili.
In ogni caso devi dire alla signora che i suoi soci sono
proprio stufi!
Pietro Caenazzo
(Ordine di Trieste)
L'unica soluzione? Cambiare vita
e smetterla con gli sprechi
scadenza nello stesso periodo.
“Negli ultimi tempi”
, ci racconta la signora,
“ogni anno
ho contratto debiti per un valore approssimativo del
25 % del mio debito complessivo.”
“E metà di questi prestiti
– continua –
mi sono stati
erogati dai miei figli e dai miei nipoti.”
Quest’ultima frase ci resta impressa nella mente e
qualche idea inizia a muoversi.
È proprio irragionevole
pensare che figli e nipoti
della vecchia signora
possano – per un
periodo di tempo
limitato – prestarle soldi
a tassi ridotti per
ottenere una più
consistente riduzione
dei contributi che poi lei
chiederà loro più in là
negli anni? In fondo, se
effettivamentelasignoraci
assicura di essere pronta a
“cambiare vita”, nel
periodo “post degenza”
la situazione dovrebbe
stabilizzarsi e i contributi
necessari per pagare le
spese di casa dovrebbero
conseguentementeridursi.
Provo a fare un po’ di
conti.
I punti fermi dell’operazione sono i seguenti:
- orizzonte temporale decennale;
- disponibilità della signora a contenere le proprie spese
di almeno il 2 % rispetto a quelle attuali;
- prestiti concessi dai parenti remunerati all’ 1 % per i
primi 4 anni. Rimborso all’inizio del 5 anno e
corresponsione di un ulteriore 3 % di remunerazione
dal quinto fino all’ottavo anno;
- riduzione graduale costo medio finanziamento
all’1,80% annuo per effetto del raggiunto equilibrio di
bilancio e conseguente acquisitamaggior solvibilità della
signora;
- riduzione graduale dei contributi richiesti ai parenti
per la copertura delle spese di casa a partire dal nono
anno.
Il tempo di degenza previsto dal piano è lungo ma
potrebbe sensibilmente accorciarsi se, nel frattempo,
la signora cambiasse effettivamente la propria condotta,
fosse maggiormente disponibile e gentile con i propri
parenti, più oculata nella gestione delle proprie finanze,
più consapevole del fatto che – soprattutto in famiglia
- onestà e correttezza sono fondamentali per
programmare il futuro. E restar vivi!
Vendere subito
il 40% dei cespiti
Approvato
il nuovo regolamento
Nazionale
per la Formazione
È
STATOAPPROVATO il nuovo
regolamento Nazionale per la
Formazione Professionale
Continua, che – grazie anche
al nostro intervento – prevede ora che
per ogni articolo di almeno 3500 battute
ci siano 3 crediti formativi
(prima era
previsto un credito per ogni articolo di
almeno 7500 battute)
È una grande e buona novità per i nostri
collaboratori.
Di seguito l’estratto della norma:
d)
Pubblicazioni di natura tecnico-
professionale su argomenti compresi
nell'Elenco delle materie oggetto delle
attività formative: 3 CFP per ogni
articolodi almeno 3500battute,max 15.
Più crediti per chi scrive
Cristian Zivelonghi
(Ordine di Verona)
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